Associazione Amici della ferrovia Genova-Casella

Linea & Rotabili

Mappa interattiva della linea: punta il cursore sui punti!

Genova Piazza Manin (0 km; 93 slm)
S. Pantaleo (2 km; 127 slm)
S. Antonino (3 km; 190 slm)
Cappuccio (5 km; 272 slm)
Trensasco (10 km; 370 slm)
Campi (10 km; 364 slm)
Pino (11 km; 360 slm)
Torrazza (11 km; 339 slm)
Sardorella (13 km; 303 slm)
Vallombrosa (15 km; 286 slm)
Vicomorasso (15 km; 297 slm)
Sant'olcese Chiesa (16 km; 335 slm)
Sant'Olcese Tullo (17 km; 390 slm)
Busalletta (19 km; 456 slm)
Molinetti (20 km; 440 slm)
Niusci (21 km; 452 slm)
Crocetta d'Orero (22 km; 458 slm)
Canova (22 km; 456 slm)
Casella Deposito (24 km; 408 slm)
Casella Paese (25 km; 405 slm)

1. Indica la data del primo collaudo.
2. Sulla FGC, dopo l’esito positivo del collaudo ministeriale, si è soliti fare un Ordine di Servizio per segnalare l’ammissione in servizio regolare del rotabile. In questa colonna è indicata la data citata nell’ordine di servizio se questo è stato ritrovato.
3. Come locomotore senza posti a sedere, ricavati solo nel giugno del 1963 con sedili Breda provenienti dalla carrozza C20 accantonata.
4. Nuovo collaudo per la messa in servizio dopo ricostruzione generale del 2008-2014 è datato 23/11/2015.

5. Ricavata dalla ricostruzione dei locomotori 001 e 002 dopo incidente nel 1937.
6. Il dubbio sulla presenza di un secondo libretto nasce dal fatto che nel 1952 vennero sostituiti tutti i libretti dei rotabili con nuovi libretti dal formato più grosso. Degli altri mezzi Breda esiste anche il libretto piccolo originale del 1929. Per questo mezzo dunque dovrebbero esistere ben 3 libretti: quello del 1929 (esistente), quello in formato piccolo valido dall’agosto del 1942 (a cui fa riferimento una nota sul primo libretto apposta appunto nell’agosto del 42) che purtroppo risulta SCOMPARSO e quello in formato grande valido dal 1952 che è stato recuperato.
7. Le motrici Montebelluna risultano acquistate dalla Società Veneta nel 1937, come da nota allegata ai libretti. Esistono foto di una corsa prova da Manin a Torrazza con la motrice 055, equipaggiata con un solo pantografo e priva di sistema di conversione da 2400Vcc a 1000Vcc (per l’occasione era stata ridotta la tensione inviata in linea dalla SSE di Vicomorasso). Non esistono prove però che le motrici abbiano mai circolato in servizio regolare prima della loro immissione in servizio ufficiale nell’aprile del 1939 con annesso equipaggiamento di conversione da 2400Vcc a 1000Vcc. Il progetto del sistema di adeguamento della tensione è datato maggio 1936. In tutti i documenti esistenti, inclusi i censimenti ministeriali, si fa sempre riferimento a tre sole elettromotrici e le voci sulla possibile esistenza di una quarta potrebbero essere attribuibili al cambio di numerazione della 053 in 055 documentato nel verbale ministeriale.
8. Esiste sia il libretto in formato piccolo valido dal 1939 al 1952 che quello in formato grosso dal 1952 all’accantonamento.
9. L’annotazione del cambio di numerazione è riportata in libretto nel collaudo ministeriale del 28 luglio 1943. La stessa nota precisa che si fece il cambio per distinguerla dalla carrozza Breda C53.
10. Il mezzo era diventato di proprietà statale nel 1940 ed essendo la FGC in Gestione Commissariale Governativa dal 1949, ne fu disposto il trasferimento nel 56. Durante la corsa prova aveva un pantografo a strisciante singolo, poi immediatamente convertito in doppio per problemi di captazione.
11. Essendo andato perduto il libretto del mezzo, la data di collaudo inserita è in realtà quella riportata nell’ordine di servizio che ne autorizza il servizio regolare appunto a partire dal 24 settembre 1956.
12. Come locomotore, posti a sedere aggiunti successivamente (tra il 1959 ed 1960) impiegando sedili provenienza automobilistica (corriere extraurbane).
13. Trattasi della Firema sperimentale ricostruita usando motori e carrelli della FEVF A3 distrutta nell’incidente del 1974. 14. Il trasferimento sulla FGC del materiale ex-Ora era stato autorizzato nel maggio del 1963 e buona parte dei materiali risultava già consegnata alla Ferrovia nel giugno del 1963. Le prime corse prova avvennero con ancora lo strisciante singolo in uso presso la FEVF e manifestarono problemi di captazione.
15. Come locomotore bagagliaio, posti a sedere aggiunti successivamente impiegando sedili provenienti da elettromotrici tipo Montebelluna nel frattempo accantonate.
17. Come locomotore bagagliaio, posti a sedere aggiunti successivamente impiegando sedili provenienti da elettromotrici tipo Montebelluna nel frattempo accantonate.
16. Locotender Mallet di costruzione Borsig (Numero 7149). La macchina subì revisione generale e cambio di scartamento presso la Ditta Greco di Reggio Emilia nel 1925 che poi la vendette alla FGC. Venne dapprima utilizzata per la posa dell’armamento a partire da Vicomorasso, iniziata nel marzo del 1926, sospesa pochi mesi dopo (si era arrivati a Molinetti) e poi ripresa nel 1928 e completata in quell’estate. Successivamente è stata utilizzata, con frequenza variabile, al traino dei convogli passeggeri sino alla prima metà degli anni 40. In prevalenza era utilizzata per il traino delle vetture A.40-A.41 di provenienza ATM Milano (ex vetture per i servizi funebri del servizio tranviario milanese).
17. Locotender Mallet di costruzione Borsig proveniente dalla Ferrovia Adriatico Sangritana, appartenente alla serie 21-26: dai documenti d’archivio FAS si desume che potrebbe trattarsi dell’unità numero 24 (BORSIG 8094) venduta alla ditta Greco (intermediario) nel 1930 o della numero 26 (BORSIG 8096) venduta Ditta Tiberto (altro intermediario) nel 1929. Testimonianze raccolte parlano di “due treni con trazione a vapore che s’incrociavano a Tullo” negli anni ’30, segno che anche la seconda macchina svolse servizio commerciale oltre che le manovre presso Casella Deposito come ritratto da una foto. Della macchina esistono due foto, entrambe a Casella Deposito, purtroppo solo una di primo piano (risalente ai primi mesi di esercizio della linea dove la macchina manovra una lunga colonna di carri) in cui si possono apprezzare i particolari mentre l’altra, risalente all’estate del 1939, è di scorcio (la macchina è ritratta su un binario tronco a Casella Deposito, subito davanti ai resti dei locomotori 001 e 002 incidentati mentre nella stessa foto la Mallet ex-FAC è invece in primo piano). In tutto l’archivio della Ferrovia non esiste più alcun documento diretto su questa macchina e l’origine di questa locomotiva è stata desunta dal confronto delle due foto esistenti, da dati esistenti in archivio FAS nonché da diverse testimonianze dell’epoca e da uno schizzo tracciato su un documento aziendale che cita le misure di massima della seconda mallet le quali risultano perfettamente coincidenti con quelle della serie 21-26 della Sangritana. La numerazione con cui prestò servizio sulla FGC non è nota.
18. Dedotto da censimento ministeriale.
19. Deduzione dal fatto che nel 1939 entrano in servizio i tram ex-Montebelluna e nel 1942 il locomotore 002 ricostruito come elettromotrice.
20. Dedotto da censimento ministeriale e dal fatto che quando subentrò la Gestione Commissariale Governativa nel maggio del 1949 la macchina era già scomparsa.

Andrea Martinelli